La Tipo 35 fu la vettura che meglio incarnava lo spirito
originario delle Bugatti: leggerezza, bellezza e velocità. La Tipo
35 fu il capolavoro di Ettore Bugatti. Lontana dal voler essere un capolavoro
di stile, la Tipo 35 riuscì comunque ad incarnare il concetto di
bellezza efficace adattata alle competizioni, in quanto il disegno essenziale
del corpo vettura la rendeva ben adatta ai tracciati di tutto il mondo,
dove peraltro dominò durante gran parte degli anni '20. Unica concessione
fu quella relativa al radiatore a forma di ferro di cavallo, che assunse
qui quella forma definitiva che salta alla mente non appena si pensa al
marchio Bugatti. Il lungo cofano motore era chiuso da due cinte in cuoio,
dietro di esso il piccolo abitacolo biposto molto arretrato, per chiudere
con uno specchio di coda semiogivale, corto e appuntito. Quasi ogni zona
del telaio, tranne una piccola parte davanti, era chiuso da lamierati,
in modo da proteggere le parti meccaniche e assicurare una più efficace
penetrazione aerodinamica, ma senza trascurare l'aspetto estetico, da sempre
molto caro ad Ettore Bugatti anche quando si trattava di vetture da competizione
Tecnicamente, la Tipo
35 nasceva su un telaio a longheroni e traverse in acciaio, secondo la
più classica delle impostazioni. I longheroni seguivano la forma
della carrozzeria, convergendo nella parte posteriore e seguendo il disegno
semiogivale della coda. Frontalmente, i longheroni erano facilmente distinguibili
al di sotto del radiatore a ferro di cavallo e servivano come sostegno
per le molle a balestra semiellittica longitudinali, mentre posteriormente
il molleggio era affidato a balestre invertite a quarto d'ellisse, anch'esse
montate seguendo il disegno della coda, perciò esattamente sotto
il serbatoio della vettura. Una novità introdotta dalla Tipo 35
fu rappresentata dai caratteristici cerchi in lega leggera ad otto razze,
un elemento che in seguito si ritroverà anche su altri modelli della
casa di Molsheim. Un'altra caratteristica, in realtà molto meno
visibile, ma che venne introdotta con la Tipo 35, fu l'assale anteriore
cavo, in modo da ottenere un ulteriore risparmio di peso. Questo assale
venne realizzato in acciaio al cromo-nichel. L'impianto frenante era invece
a quattro tamburi. La Tipo 35 era equipaggiata con un motore ad 8 cilindri
in linea da 1991 cm³, le cui dimensioni caratteristiche erano riprese
da quelle dell'unità già presente sotto il cofano della Tipo
29 da gara. A differenza di quest'ultimo propulsore, però, venne
effettuato un profondo lavoro di affinamento e alleggerimento delle parti
in movimento, nonché ben più approfonditi test di affidabilità
del motore stesso per non rischiare come nel caso della Tipo 29 stessa.
Bugatti Tipo 35 - 1991 cm³
La distribuzione
era affidata ad un solo asse a camme in testa, che andava ad azionare le
tre valvole presenti su ogni cilindro (due di aspirazione ed una di scarico),
mentre l'albero motore e le bielle erano su cuscinetti. La potenza massima
erogabile da questo propulsore era di 100 CV a 5000 giri/min. Il
cambio era manuale a 4 rapporti, interfacciato al motore mediante una frizione
multidisco in umido. Grazie a queste caratteristiche e al peso ridotto,
la Tipo 35 poteva spuntare delle ottime prestazioni, arrivando a 185 km/h
di velocità massima, rilevanti per un'autovettura da corsa di quell'epoca
e di quella cilindrata. L'esordio sportivo della Tipo 35 avvenne nell'agosto
1924 al Gran Premio di Francia, che in quella edizione si tenne a Lione,
ma fu al Gran Premio di San Sebastian dello stesso anno che colse la sua
prima vittoria, che diede inizio alla grande saga dell'attività
sportiva di questo modello e dei modelli da esso derivati.
La Tipo 35 originale, quella che debuttò appunto
nel 1924, venne prodotta per tre anni appena, durante i quali ne vennero
assemblati 96 esemplari
Già nel maggio 1925, la
Tipo 35 fu affiancata da una versione semplificata, denominata Type 35A,
presto fu soprannominata Tecla, in quanto Tecla era un tale che all'epoca
imitava articoli di gioielleria: tale modello era paragonabile ad una versione
stradale di una vettura da competizione, destinata a clienti che apprezzavano
le belle vetture sportive e il piacere di guida, ma che non avevano molta
esperienza in campo agonistico. Si distingueva dalla Tipo 35 per il motore
meno potente, che si fermava a 75 CV a 4300 giri/min per la riduzione del
rapporto di compressione. L'alimentazione era sempre a due carburatori
Solex, ma potevano essere impiegati anche i carburatori Zenith. Il motore
aveva tre supporti di banco anziché cinque e l'accensione era a
spinterogeno e non a magnete. Altra differenza rispetto alla Tipo 35 era
il rapporto finale di trasmissione; la Tipo 35A raggiungeva i 160 km/h,
un valore di tutto rispetto per l'epoca. Le ruote erano solo a raggi e
non in lega, il che permette di distinguere al volo la Tipo 35A dalle altre
Tipo 35. La Tipo 35A fu prodotta fino al 1929 in 139 esemplari
Una Tipo 35A, riconoscibile dalle
ruote a raggi
Bugatti Tipo 35B - 2262 cm³
compressore volumetrico
Bugatti Tipo 35B - 2262 cm³
compressore volumetrico
Bugatti Tipo 35C - 1991 cm³
compressore volumetrico
La Tipo 35T venne introdotta
nella primavera del 1926 e di fatto non era che una Tipo 35 con motore
maggiorato: la cilindrata in questo modello salì infatti a 2262
cm³, grazie alla maggiorazione della corsa, portata da 88 a 100 mm,
mentre l'alesaggio rimase invariato a 60 mm.
La Tipo 35B era invece una Tipo 35T con compressore volumetrico
La Tipo 35C non era altro che una Tipo 35 munita di compressore
volumetrico.